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  • Sarah

Perché sono "doula da sempre"?

Nella prima parte del mio sito, sotto la voce “La mia storia”, scrivo che sono “doula da sempre”. Vorrei raccontarvi perché mi sento di dire così. Innanzitutto credo fermamente che, chi intraprende il percorso per diventare doula, in qualche modo lo è già nel cuore. Anche se suona un po’ sofisticato, sono convinta che si tratti di una sorta di vocazione.

Ecco, ripercorrendo la mia storia di vita posso affermare questo: Da quando ero piccola ho sempre lavorato con le donne, con i neonati, con le coppie e con le famiglie, senza esserne consapevole. Ero affascinata dalle gravidanze e dai parti, collezionavo gli annunci di nascita con le loro foto che esprimevano il miracolo di una vita che viene alla luce. Mi piaceva stare con i neonati e i bambini, ho sempre radunato i bambini del quartiere e li ho fatti giocare, per giornate intere. Quando è nata la prima figlia della mia insegnante di scuola elementare che era venuta ad abitare nel mio quartiere, di pomeriggio le telefonavo per andare a fare una passeggiata con la sua bimba di pochi mesi. Adoravo spingere carrozzine e passeggini. Avevo 12, 13 anni. Portando a spasso sua figlia, le permettevo di fare dell’altro e prendersi cura di se (come fa una doula ahimé). Ma mica ci pensavo! E non conoscevo ancora la figura della doula. Per me era bellissimo poter uscire con sua figlia, tenerla in braccio a pochi mesi, darle il biberon. Le mie estati le passavo volentieri in altre famiglie, soprattutto in una famiglia con due gemelli maschi. Cambiavo pannolini, li portavo a dormire, aiutavo in casa, alleggerivo la mamma. Proprio come fa la doula. E di questo me ne rendo conto appena ora che di anni ne ho 43. Per me questa dimensione era normale, e lo è tutt’ora, non ho timore di entrare nelle case per dare una mano, è una dimensione che mi appartiene e di cui ne sono consapevole ora.


A 16 anni ho fatto il grande salto e sono andata a vivere in una famiglia in Svizzera Italiana (a 300 chilometri da casa), come ragazza alla pari. C’erano due figli, un bambino di tre anni e una bambina di nove mesi. Anche lì aiutavo in casa, pulivo, portavo a spasso i bambini, giocavo con loro. Ogni giornata era diversa dall’altra, le priorità della mamma (che aveva solo pochi anni più di me e che stimavo tantissimo) erano sempre diverse. Il mio grande sogno di allora era diventare ostetrica, e come preparazione alla scuola, ho fatto un tirocinio nel reparto maternità di un ospedale vicino a casa mia. Lì ho assistito per la prima volta nella mia vita ad un parto cesareo, è stata un’emozione grandissima e ho poi stretto amicizia con quella famiglia, erano italiani trasferitosi in Svizzera Tedesca.


Poco dopo questo tirocinio ho letto sul giornale che la consulenza familiare del mio paese stava cercando delle ragazze per aiutare una famiglia con 4 (!!) gemelli. Senza esitare ho contattato la consulenza e mi hanno subito affidato questo incarico, insieme ad un’altra ragazza con cui facevamo i turni per coprire la giornata dalle 8.00 alle 18.00, fino a quando il papà dei gemelli tornava a casa dal lavoro. C’era anche la nonna a dare una mano, anche qui si trattava di una famiglia italiana la cui mamma parlava pochissimo il tedesco. Amavo questo lavoro, arrivavo la mattina e andavo subito a togliere o stendere i panni, mentre in cucina c’erano quattro biberon pronti per sfamare i quattro piccoli, tre maschi ed una femmina. Prendevo in braccio uno e gli davo da mangiare. Anche qui cambiavo pannolini, portavo fuori i piccoli e giocavo con loro. Con così tanti bambini della stessa età le braccia non bastano mai! Mi divertivo tanto stare dietro a loro, avevano una mamma fantastica, sempre calma. Ho scoperto anch’io di avere questa calma innata, mi piace lavorare molto, adoro poter dare una mano e sento di poter dare tanto alle nuove famiglie che nascono, affinché loro possano avere il migliore inizio di una nuova vita.


Grazie per aver letto questa mia condivisione fino a qui. Sei hai domande, sono a tua completa disposizione. Se mi vuoi conoscere di persona, contattami pure per un incontro senza impegno.


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