Il bello del mio essere doula è di venire a contatto con tante donne - ognuna è diversa dall’altra, ma hanno una cosa in comune: Stanno per diventare madri o lo sono appena diventate, stanno per affrontare o stanno affrontando uno dei cambiamenti più grandi della loro vita – quello della nascita di un figlio. Per me sono tutte superdonne e supermamme, quasi sempre hanno dei poteri quasi magici e talenti nascosti che vengono fuori man mano che si approfondisce la nostra relazione. Io le vedo, le riconosco e le ammiro. Profondamente.
Donne che danno la vita, che la portano dentro di sé, che soffrono, gioiscono, partoriscono, allattano, donne che gestiscono e organizzano le loro famiglie e la loro vita con una forza e una determinazione incredibili, donne che cucinano e cuciono, che si disperano e si rialzano, che vanno avanti. Nonostante tutto.
Sono storie di donne che provengono da altre parti d’Italia o da altri paesi e che si trasferiscono qui per amore o per lavoro. Sono storie di donne che non possono contare sull’aiuto dei propri familiari e soprattutto della propria madre perché troppo lontani, troppo anziani e che hanno già lasciato questo mondo. Sono storie di donne forti, coraggiose, “leonesse” come le amo definire. Sono storie di donne che hanno a loro fianco uomini che partono per lavoro, spesso, a volte anche per lunghi periodi. Sono storie di donne che devono “arrangiarsi” da sole e che in qualche modo riescono sempre a trovare una strada.
Un inno alla donna? Sì, perché sono queste le donne che si rivolgono a me e che ho l’onore di accompagnare in un pezzetto della loro storia. Sono ben consapevoli dei loro limiti, sanno delegare, gestire e organizzare. Le stimo tutte e sono profondamente grata di poterle stare accanto. Di ognuna imparo qualcosa, e ognuna mi fa vedere la grandiosità e la maestosità del suo microcosmo. Oltre ad essere un inno alla donna è anche un inno alla vita, la Vita con la “V” maiuscola.
Sarah, settembre 2023

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