Quando varco la soglia della porta per entrare in casa di una neofamiglia, lo faccio in punta di piedi, letteralmente. Non so mai cosa mi attende oltre quella soglia, dall’altra parte della porta. Non so in che situazione trovo la mamma, la sua creatura, il papà, i fratelli e gli eventuali animali domestici. Varco la soglia con un pizzico di tensione, una grande porzione di amore e di emozioni per tutto ciò che mi attende nelle prossime ore. Entro in quella bolla con tutta me stessa, piano piano per non rompere neanche il minimo equilibrio del momento. Entro e guardo, mi attivo, mi siedo, apro cuore e braccia per sostenere, fisicamente e mentalmente. Le ore scorrono, il tempo nella bolla del puerperio sembra essersi fermata, il mondo è rimasto fuori, eppure dentro la casa c’è un piccolo grande microcosmo, c’è tutto.
C’è profumo di latte, c’è il vagito di un neonato, ci sono i sorrisi (e le lacrime) della mamma, c’è una sensazione di novità, c’è sentore di un approccio nuovo.
Sento che la mia presenza è desiderata, mi aspettano con gioia e questo mi rende felice. A volte sono l’unica persona che dall’esterno varca la soglia della porta, sono privilegiata e me ne sento onorata. Ci diciamo delle parole, ci raccontiamo delle storie, la mamma allatta mentre io lavo i piatti, sorridiamo. Lei prende in momento per sé, per cambiarsi, rinfrescarsi, risposarsi mentre custodisco la sua creatura. C’è intesa, c’è relazione. Una relazione che spesso è stata creata e approfondita nei mesi precedenti alla nascita.
E poi… arriva il momento dell’addio. O meglio, dell’ “arrivederci”. L’ultimo incontro. Il bisogno di avere accanto qualcuno di cui si fida la neofamiglia è affievolito. Mi sa che riusciamo ad andare avanti da soli. Come sono salita a bordo per fare un pezzetto di strada insieme mesi prima, così ora scendo. Le nostre vie si separano, il nostro viaggio insieme è giunto a destinazione.
Nel mio cuore c’è un pizzico di tristezza, ma anche tanta fierezza per la mamma e i genitori che se la sentono di affrontare la nuova vita da soli. Devo lasciar andare…anche la doula si esercita in questo. Lascio andare i ricordi dei primi incontri, ripercorriamo insieme le tappe che abbiamo vissuto, le gioie e i dolori condivisi, gli argomenti sviscerati, le esperienze e le condivisioni fatte.
Andrà bene. Ci salutiamo. Le ultime parole. L’ultimo sguardo. L’ultimo sorriso. Stai facendo un lavoro grandioso. Ciao.
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